"Vorrei dichiarami ottimista circa il futuro dell'umanità ma accidenti, siamo così stupidi e miopi che mi chiedo se saremo in grado di alzare gli occhi sul nostro mondo prima di suicidarci"
Isaac Asimov

mercoledì 30 maggio 2012

Gemma di gelsomino

Gemma di gelsomino (Juhi ki kali)

Di Surykant Tripathi “Nirala”. Traduzione di Mariola Offredi
 
Sulla liana della foresta deserta
dormiva felice immersa in un sogno d’amore
giovane dal corpo tenero e puro la gemma di gelsomino,
gli occhi chiusi, languida, nel grembo delle foglie,
era notte di primavera;
lasciata l’amata triste di separazione
in un lontano paese era il vento
che chiamano brezza di sandalo.
Rivide la dolcezza dell’incontro,
rivide la notte lavata d’argento,
rivide l’adorabile corpo tremante dell’amata-
allora ? Il vento
traversati giardini stagni e fiumi, fonde giungle di montagna,
fitti pergolati di liane,
giunse, e giocò con la gemma fiorita.
Dormiva,
come poteva sapere dell’arrivo dell’amato ?
Egli baciò le guance,
vibrò la liana come altalena.
Ma non si svegliò,
non si scusò della colpa,
con chiusi i grandi occhi obliqui rimase
o forse era ebbra del vino della giovinezza,
chi può dire ?
Egli impietoso
infierì
colpendola con soffi continui
scosse quel corpo delicato,
premette le bianche guance tonde;
trasalì la gemma – girando intorno lo sguardo stupito,
vide l’amato presso il suo giaciglio, rise con il dolce viso
- sbocciò,
giocando d’amore, con l’amato.


http://www.indika.it/arte-cultura/versi-indiani/

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